Eccoci. E’ tempo di dare il via al “percorso”. Cominciamo a costruire quella “Authority Civile” che vuole reagire al persistente degrado in atto e spingere gli eventi della realtà verso il “mondo migliore”. Quel mondo che coltiva la spiritualità, oltre le esigenze materiali, che aspira al rispetto della natura, alla giustizia sociale, alla legalità, alla tolleranza …e a tutte quelle condizioni che lo descrivono nel mio libro.
Il libro è per voi, scaricatelo e leggetelo e se non avete tempo leggete almeno le pagine “chi siamo” e “il progetto”. Se riterrete di essere parte di quella società civile che è chiamata alla riflessione e all’azione, dichiaratelo, manifestatevi, partecipate, date l’apporto che vi è possibile, siate parte attiva, artefici del progresso da costruire. Infatti siete voi, la società civile, a dover prendere le redini e diventare guida, come affermano i titoli del libro e di questo sito.
E non sottovalutate la rilevanza del vostro personale apporto, infatti serve anche il semplice consenso dichiarato, quel consenso che autorizza ad essere considerati come parte della società civile in movimento e conferisce tutte le facoltà di intervento dei partecipanti.
E se, poi, siete già attivi nei settori di interesse del nostro percorso, qualunque sia il vostro ambito specifico, teorico o pratico, e qualunque sia il livello al quale siete pervenuti, non esitate, per timore di concorrenza o per orgoglio di superiorità, a dare il vostro possibile apporto. Se una meta è comune, ogni forma di collaborazione crea sinergie di interesse comune e avvicina la meta, consista l’apporto in idee, suggerimenti, critiche, consensi, citazioni e riconoscimenti, prestazioni volontarie, soluzioni per esigenze organizzative, logistiche e finanziarie, collegamenti con persone siti blog associazioni movimenti che siano in sintonia … e quant’altro possa occorrere ad una struttura che interviene per quella meta comune e intende radicarsi nei territori ed operare a tutti i livelli sociali e territoriali.
Inoltre, non vi sia di remora il pessimismo, l’idea che il progetto sia irrealizzabile, solo utopia: il tempo è maturo, ci sono tutte le premesse perché la collettività umana inverta la direzione di marcia e si orienti verso un mondo migliore. Infatti le gravi crisi generalizzate intervenute hanno portato la consapevolezza dell’insostenibilità della condotta umana seguita e la conseguente necessità urgente di assumere cultura, valori, mete opposti, pena la caduta irreversibile verso il disastro ambientale e sociale. E, purtroppo, la società civile sta ora assumendo consapevolezza anche del prevedibile e previsto comportamento dei poteri politici, finanziari ed economici costituiti, i quali, per incapacità o per egoistico interesse conservativo, stanno tentando di riavviare i sistemi responsabili delle crisi. Sicchè si stanno riproponendo tutti i vantaggi e privilegi a favore dei detentori dei poteri, ripartono le pericolose grandi speculazioni finanziarie e i bonus astronomici, mentre si aggravano le condizioni e le prospettive future delle masse povere, degli emarginati, dei disoccupati, dei precari, delle nuove generazioni; inoltre, non vengono adottate le necessarie misure per salvare l’ambiente, permangono le dittature e non avanza la democrazia, si aggravano i conflitti internazionali legati ad interessi di dominio strategico ed economico, le guerre continuano a consumare vite umane e ricchezze enormi, iniziano i conflitti per le vie d’acqua aperte dallo scioglimento dei ghiacci polari, la speranza di una pacifica società multiculturale viene dichiarata fallita, si esasperano e si strumentalizzano le guerre di religione, gli Stati riattivano le chiusure protezionistiche e scatenano la guerra dei cambi delle valute.
Di tutto ciò la società civile ha ormai perfetta consapevolezza, desidera fortemente l’innovazione radicale e sa perfettamente che i poteri costituiti non la realizzeranno se la società civile non interverrà, per passività rassegnata, disinteresse sconsiderato o pessimismo, a spingerli e condizionarli opportunamente. E che tale intervento sia indispensabile e possibile è dichiarato sempre più spesso da autorevoli voci della cultura internazionale, le quali indicano la società civile come l’elemento sociale le cui indicazioni non devono e non possono ulteriormente essere ignorate dalla politica essendo esso divenuto portatore di istanze ed esigenze innovative indispensabili e anche capace di apporto determinante per la realizzazione di un mondo migliore.
Dunque, il percorso proposto si pone nel momento in cui l’intervento attivo della società civile è necessario e possibile, e si presenta con la peculiarità della organizzazione in Authority, necessaria perché l’intervento sia permanente ed efficace. Chi condivide i fini e l’esigenza organizzativa adegui il proprio comportamento a quanto già da questo possa dipendere e dia consenso e apporto perché la collettività civile ottenga quanto il comportamento e il desiderio del singolo non può ottenere.
Enzo,penso che hai fatto una cosa grande ;complimenti per la costanza e la perseveranza …………. ci sei riuscito .
Un caro saluto
Un pieno di idee che formano progetti assolutamente condivisibili.Saranno i “potenti”, in grado di realizzare i progetti in azioni concrete,a dar seguito ai validi suggerimenti o faranno orecchio da mercante? Ti giunga comunque il mio plauso e il mio sostegno.
Eccomi, condivido e mi unisco.
Condivido tutto e ti posso dire come prima impressione che trovo sia un lavoro stupendo come dichiarazione di buon vivere civile, sottoscrivo tutto. Solo che non credo molto a movimenti che si muovono in un’area più grande del mio quartiere, rischiano di essere sempre e comunque politicizzati. Ma rimane solo una prima impressione, continuerò a leggerlo e ti farò sapere. Ma tu pensi che i giovani leggano tanto? Perché il messaggio mi pare che sia rivolto a loro o sbaglio? E dire che ho sempre pensato che siamo stati noi, quelli della mia generazione, a fare tutto questo pasticcio. Adesso pretendiamo che gli altri … i giovani appunto, per rimediare ai nostri danni seguano le nostre indicazioni. Non molliamo mai. Grazie del lavoro fatto che è sempre e comunque un buon inizio per un confronto. Franco P.
Il commento di Franco P. e quello, inviato nel mio mailbox, da Franca B. esprimono un certo, comprensibile pessimismo sulla reale possibilità di un intervento sufficientemente esteso, permanente ed organizzato della società civile. Certo il compito non è facile, ma, come rilevato nel post “E’ tempo di fare”, oggi ci sono tutte le premesse perchè esso venga avvertito come fatto urgente e necessario e quindi possa realizzarsi. Sono in molti, d’altra parte, persone autorevoli, a sollecitarlo, come indicato nel post “Piazza Grande” e anche Franca ci ricorda che già Platone rilevava come al sistema democratico occorra la partecipazione attiva del cittadino informato. Dunque, attiviamoci e partecipiamo, con fiducia, considerando, come dice Franca, che anche il mare è fatto di gocce. E se rimane il dubbio dell’utopia, ricordiamo, col filosofo Remo Bodei (convegno”La politica fra verità e immaginazione”), che coltivare l’immaginazione, l’utopia, serve comunque a spingere la politica verso il mondo immaginato.
Il rischio che i movimenti della società vengano politicizzati è reale: la difesa sta proprio nella struttura organizzata e nel considerare oggetto del controllo e del suggerimento della società civile l’azione politica di chi entri a far parte delle istituzioni pubbliche, anche se già partecipe della struttura della “Authority Civile”.
Quanto ai giovani, se è vera la responsabilità delle generazioni precedenti in ordine al “pasticcio” attuale, è vero che queste abbiano il dovere di aiutarli, senza pretendere di condizionarli bensì creando, insieme ad essi, le condizioni nelle quali abbiano la possibilità di realizzarsi, nel modo in cui intendano farlo e secondo le loro potenzialità, oggi del tutto mortificate. E certo non sarà la loro preferenza per una comunicazione breve e rapida a ostacolare il compito, se le idee e le azioni saranno quelle che occorrono.