Ora basta!

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ORA BASTA!!!!

GOVERNANTI E POTENTI DELLA TERRA

AVETE SUPERATO OGNI LIMITE!!

- Non vi è bastato stravolgere il clima, sfruttare e rovinare risorse e tutto l’ambiente naturale, creare disuguaglianze e crescente ingiustizia sociale!

- Prima con la guerra Russia/Ucraina, e ora anche col conflitto Israele/Hamas e Hezbollah che sta comportando la distruzione dell’intero popolo palestinese, siete riusciti a portare l’intera Umanità a pochi secondi dal rischio dell’olocausto atomico!

ORA BASTA!!!!

VOGLIAMO UN MONDO DIVERSO:

- dove non siano più le guerre a risolvere i conflitti; pertanto subentri il disarmo generale, l’eliminazione di tutte le coalizioni “contro” e si dia spazio a unioni ed enti muniti di sovranità sovranazionale per il governo secondo interesse della collettività, in particolare per i problemi che sono diventati globali;

- dove i provvedimenti per risolvere il problema climatico, la sostenibilità ambientale e la tutela del territorio, dei mari e dello spazio abbiano subito inizio e siano efficaci, sufficienti e permanenti;

- dove la giustizia sociale, per ogni persona, per tutti i popoli e le minoranze etniche, in ogni settore e ad ogni livello dei rapporti umani, sia immediatamente programmata e messa in cantiere;

- dove alla cultura dell’io e del”avere”, che suggerisce individualismo, conflittualità, consumismo di beni materiali e ricerca dell’apparenza, subentri la cultura del noi e dell’”essere”. Cultura che nei rapporti sociali dispone e realizza solidarietà e cooperazione per il superiore interesse del bene comune. Cultura che nel soggettivo assicura realizzazione del sé e gioia del vivere nel giusto equilibrio tra il proprio apporto al progresso collettivo e la dedizione ai legami personali, al godimento delle bellezze naturali, delle varie forme di arte e cultura e delle sane attività sportive;

- dove l’evoluzione culturale determini anche quella enorme, adeguata disponibilità finanziaria che occorre dedicare allo sviluppo dell’economia reale e alla realizzazione concreta e tempestiva di tutte le altre innovazioni funzionali a questo mondo migliore che vogliamo;

- dove tale disponibilità finanziaria derivi anzitutto da capitali pubblici distolti da impieghi superati (armamenti, guerre, speculazioni meramente finanziarie, ricerche di fonti fossili di energia ecc…), dalla distribuzione della ricchezza secondo equità e giustizia sociale e da una radicale ed efficace lotta alle quote resistenti di evasione, corruzione, e delinquenze varie;

- dove il Lavoro venga riconosciuto quale principale artefice e titolare della ricchezza che viene creata nell’impresa. Di conseguenza, sostegno e sviluppo del Lavoro coincidano anche col sostegno pubblico alla iniziativa privata, alla creazione e allo sviluppo dell’impresa. E a questo fine venga anche estesa la garanzia pubblica al finanziamento dell’impresa. Garanzia che, anzitutto, consentirà l’attività imprenditoriale a coloro (particolarmente giovani, disoccupati e neet) che ne sono esclusi per impossibilità di offrire garanzie; inoltre, indurrà anche il risparmio ad abbandonare sia i ristagni in conti depositi che l’affidamento a grandi fondi dediti a speculazioni meramente finanziarie; per convergere, con il giusto compenso, sul finanziamento e lo sviluppo della economia reale, e del circolo di effetti positivi conseguente.

QUESTO E’ IL MONDO CHE VOGLIAMO

E LO VOGLIAMO CON VOI O CONTRO DI VOI!!

Mondo migliore, per il quale nessuna iniziativa è attuabile finché rimangano in corso i conflitti sopra indicati; essi infatti coinvolgono l’intero Globo nei rischi della guerra, nelle conseguenze sull’economia e negli enormi impegni militari e finanziari. Ma proprio tale coinvolgimento globale autorizza anche la società civile a ritenersi parte in causa e avere il diritto ad interferire. Diritto a chiedere l’immediata definizione dei conflitti in via diplomatica, attraverso l’abbandono delle precondizioni impeditive e la cooperazione positiva di tutti gli interessati. Purtroppo, tale legittima pretesa allo stato attuale rimane inascoltata, dagli Stati diretti contendenti e dai loro rispettivi sostenitori. Pertanto, è indispensabile che il diritto della società civile ad interferire non si limiti alle richieste di pace con inascoltate manifestazioni e piuttosto si estenda e si configuri come pretesa di intervenire sullo scenario mondiale con proprie ipotesi di definizione concordata dei conflitti. Ipotesi che dimostrino come reciproche concessioni rendano possibili equi termini di accordo, e inoltre si pongano come esempio possibile di quel necessario meccanismo che sostituisce con la cooperazione la conflittualità e la ricerca del dominio esclusivo. Cooperazione che può aprire ad un periodo di pace, di sicurezza e di crescente benessere per tutti. Dunque, bisogna pretendere che i governanti e i potenti del mondo diano a tali ipotesi ascolto, esame e disponibilità alla loro attuazione. E, per il caso di loro persistente disattenzione, sostenere la pretesa e passare all’azione diretta con la creazione, in ogni Stato, di un partito politico che abbia nel programma il mondo migliore che vogliamo e, quale principale premessa, quanto occorra perché le guerre cessino.

Dunque, la società civile che condivide le linee principali e le mete sopra descritte del mondo migliore deve: 1) in attuazione progressiva di un comune programma, procurare in ogni Stato la più ampia conoscenza di tali linee e mete ed ottenere esteso consenso e adesione, sia di persone che di enti e associazioni che abbiano intenti affini e siano disponibili a cooperare; 2) organizzarsi in movimento; che, pur consentendo anche un seguito non registrato, abbia struttura idonea ad operare democraticamente. Occorrono, infatti, scelte da prendere, collaborazioni, finanziamenti, nonché un dettagliato programma elettorale che sia coerente con linee e mete di cui sopra e tenga conto delle peculiarità del proprio Paese (può essere di esempio quello per l’Italia, già disponibile in italiano e in inglese nel blog “civilsocietyleading.com”, dove può essere letto e stampato). Programma politico-elettorale che dovrà essere di guida per il movimento e per il partito da creare; 3) stabilire tra tutti i Paesi contatti stabili informativi e di cooperazione, che consentano di conoscere l’entità globale della partecipazione, pervenire a ipotesi concordate di soluzione delle guerre (una, per il conflitto Russia/Ucraina, è nel seguito di questo scritto e già esaminabile), concordare i destinatari di tali ipotesi, nonché le manifestazioni contemporanee a livello globale e anche ogni altra iniziativa comune a sostegno di provvedimenti concreti realizzativi delle altre mete del programma politico-elettorale.

Ipotesi per la guerra Russia/Ucraina. Gli interessi in conflitto da definire sono costituiti da reciproche pretese territoriali (con relativi valori quali zone di mare, porti, centrali atomiche, ricchezze agricole e di minerali ecc…), da contrastanti identità culturali e nazionali, da estese forze militari poste lungo i confini da ognuna delle parti contro l’altra, dall’infelice iniziativa della Russia di cercare la soluzione con l’occupazione. Ci sono inoltre i tanti Paesi che, per timori sulla sicurezza o per interessi o per opportunità geopolitiche, sono coinvolti, con modalità diverse, nel conflitto.

Determinare la proposta capace di sciogliere questo esteso intreccio conflittuale è possibile solo se dalla cultura del conflitto si passi a quella della cooperazione, per pervenire ad una situazione generale nella quale insieme alle guerre siano eliminate minacce, aggressioni e paure, e la sicurezza sia certa e stabile per tutti; gli interessi economici nei settori coinvolti trovino salvaguardia e decisa migliore soddisfazione, le prevalenti identità culturali e nazionali trovino considerazione e soluzione adeguate.

Dunque, il cambio di cultura è anzitutto l’unica evoluzione capace di sciogliere questo nefasto intreccio conflittuale di rilevanza mondiale; inoltre, proprio in ragione della cooperazione adottata come strumento operativo e delle definizioni perseguite, costituisce presupposto essenziale, sia culturale che di procurata disponibilità finanziaria, per l’avvio di tutte le ulteriori innovazioni occorrenti alla realizzazione di quel MONDO CHE VOGLIAMO, in tutti i suoi aspetti qualificanti sopra descritti.

Dunque, l’ipotesi non può che prevedere, anzitutto, il cessate il fuoco; col controllo affidato all’ONU dell’effettivo congelamento delle rispettive condizioni e azioni militari.

A seguire, convocazione presso l’ONU di tutti gli Stati, per la ricerca e la definizione di un accordo generale. Un accordo che anzitutto elimini a livello globale, sul piano militare, occupazioni, paure e minacce di attacchi, addirittura la stessa possibilità di promuovere una guerra.

Quindi, accordo di sciogliere sia la Nato che ogni altro accordo esistente di potenziamento militare, anche se dichiarato meramente difensivo; con l’intesa di affidare solo ad un ente sovranazionale – l’ONU? – la titolarità e la disponibilità di armi e munizioni sia atomiche che convenzionali, per qualunque esigenza che in futuro dovesse presentarsi di uso della forza militare nell’interesse dell’intera collettività.

Di conseguenza, intesa che ogni singolo Stato non abbia armi atomiche e mantenga una forza militare utile solo per ordine pubblico interno ed eventuale partecipazione ad azioni su richiesta dell’ente sovranazionale. Inoltre, salva per ogni Stato la ricerca scientifica e tecnologica nel settore militare, ma in nome e per conto dell’ente sovranazionale, e sotto il suo controllo.

Quanto ai confini, appare equa una intesa che inizialmente riporti nei confini dell’Ucraina sia la Crimea che le regioni meridionali separatiste, ma preveda, a salvaguardia degli interessi economici coinvolti, che l’Ucraina conceda a questi territori particolare autonomia amministrativa e anche ai Paesi confinanti condizioni di vantaggio sia a livello marittimo che in ordine alle ricchezze agricole, energetiche e minerarie.

A completamento dell’equità, quanto agli interessi culturali e di nazionalità, l’accordo preveda il rispetto delle minoranze, mantenimento del bilinguismo e che, a distanza di tempo (3 o 4 anni), sia la Crimea che le regioni meridionali possano decidere, con referendum sotto la vigilanza dell’ONU, se rimanere con l’Ucraina con i predetti privilegi, o assumere piena propria sovranità o diventare territorio della Russia; in tal caso girando all’Ucraina tutti i trattamenti di vantaggio già previsti per i loro territori.

Quanto ai vantaggi che renderebbero l’accordo conveniente per tutti gli Stati, sono evidenti le ulteriori immediate conseguenze: la cooperazione, la sicurezza stabile e l’immediata disponibilità delle immense somme distolte dal finanziamento delle guerre e degli armamenti farebbero ripartire le economie, la giusta globalizzazione, i servizi finora sacrificati. Inoltre, il trionfo della cooperazione sulla conflittualità e della socialità sull’individualismo competitivo consentirebbe finalmente la disponibilità finanziaria e culturale per assegnare ad enti sovranazionali tutti i settori del mondo migliore che richiedano una gestione di tale livello, col compito di dettare e controllare le linee e le mete da perseguire, con provvedimenti attuativi che tengano conto di esigenze e peculiarità locali e contestualmente rispondano sempre al superiore interesse del bene comune. Si consentirebbe l’avvio concreto a tutte le collaborazioni occorrenti per aprire alla tempestiva realizzazione quel MONDO MIGLIORE CHE VOGLIAMO.

In conclusione, ad oggi tocca alla società civile dare il via all’iniziativa; pertanto le persone, le associazioni e gli enti che sono animati nello stesso senso e condividono il programma di cui sopra, si manifestino prendendo contatto, per il confronto sulla proposta e la cura delle esigenze organizzative rispondenti alla progressione dell’intero programma.

Roma, 01.11.2024

Vincenzo Vanda

I miei indirizzi per i contatti:

vandavincenzo@gmail.com

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X: @vincenzovanda

Youtube:vincenzovanda

ENOUGH IS ENOUGH!!!!

LEADERS AND POWERFUL PEOPLE OF THE EARTH,

YOU HAVE GONE TOO FAR!

 

- It was not enough for you to disrupt the climate, exploit and ruin resources and the natural environment, create inequalities and growing social injustice!

- First with the Russia/Ukraine war, and now with the Israel/Hamas and Hezbollah conflict that is leading to the destruction of the entire Palestinian people, you have managed to bring Humanity to the brink of nuclear holocaust!

 

ENOUGH!!!!

WE WANT A DIFFERENT WORLD:

 

- A world where conflicts are resolved peacefully, not through war.

Therefore, general disarmament must occur, eliminating all “opposing” coalitions and promoting unions and supranational organizations that govern in the collective interest, particularly for problems that have become global;

- A world where climate change is addressed with immediate, effective, and permanent solutions. We need to prioritize environmental sustainability and the protection of our planet’s lands, seas, and space;

- A world where social justice, for every person, all peoples, and ethnic minorities, in every field and at every level of human relations, is immediately planned and implemented;

- A world where the culture of “me” and “to have,” which promotes individualism, conflict, material consumerism, and the pursuit of appearances, is replaced by the culture of “we” and “to be”. A culture that promotes solidarity and cooperation in social relations for the greater interest of the common good, that assures self-fulfillment and joy in a balanced life, including one’s contribution to collective progress, personal relationships, enjoying nature’s beauty, arts, and culture, and healthy sports activities;

- A world where cultural evolution also brings about the vast financial availability necessary to support the development of the real economy and to promptly implement all the other innovations needed for this better world we envision;

- A world where such financial availability comes primarily from: public capital redirected from outdated investments (arms, wars, purely financial speculation, fossil fuel energy searches, etc.), the distribution of wealth based on equity and social justice, and from a radical and effective fight against corruption, tax evasion, and various forms of crime;

- A world where labor is recognized as the primary creator and owner of the wealth generated within enterprises. Consequently, we want support for labor to go hand in hand with public support for private initiatives, business creation, and development, with an extension of public guarantees to business financing. This guarantee will enable those who are currently excluded from entrepreneurship—particularly young people, the unemployed, and NEETs—to engage in business activities despite being unable to provide collateral. Furthermore, it will also encourage savings to move away from stagnant deposit accounts and reliance on large funds focused solely on financial speculation, redirecting instead—with appropriate returns—toward financing and developing the real economy and generating a cycle of positive effects as a result.

 

THIS IS THE WORLD WE WANT

AND WE WANT IT WITH YOU OR AGAINST YOU!

 

A better world for which no initiative is feasible while the above conflicts continue; These conflicts drag the entire globe into the risks of war, create enormous military and financial burdens, and produce harmful consequences for the global economy. Yet, this global involvement also authorizes civil society to consider itself a stakeholder and have the right to intervene, to demand immediate diplomatic resolution of conflicts …through the abandonment of preconditions that prevent conflict resolution and through the positive cooperation of all parties involved.

Unfortunately, this legitimate demand currently goes unheard by the states directly involved in the conflicts and by their respective supporters. Thus, civil society’s right to intervene should go beyond unheeded peace requests but instead expand to a demand to actively engage on the global stage with its own proposals for mutually agreed conflict resolutions. Proposals that will demonstrate how mutual concessions can facilitate equitable agreements and, moreover, serve as a model for the necessary mechanism that replaces conflict and the pursuit of exclusive dominance with cooperation, opening a period of peace, security, and increasing well-being for all. Thus, we must demand that leaders listen, review, and be willing to implement such proposals. And, should they persist in ignoring this demand, civil society must act directly by creating in each State a political party that incorporates the better world we envision as part of its agenda, with the cessation of wars]* as its primary premise.

 

Civil society aligned with the aforementioned main principles and goals for a better world must:

1) Promote awareness of these principles and goals in every State, obtaining broad support from individuals, organizations, and associations with similar objectives and willing to cooperate;

2) Organize into a movement that, while allowing for unregistered participation,has a structure that allows democratic operation, including decision-making, collaborations, funding, and a detailed electoral program aligned with the aforementioned goals while respecting local peculiarities (as an example, see Italy’s program, downloadable and printable in Italian and English on “civilsocietyleading.com”);

3) Establish stable informational and cooperative contacts among all nations, enabling to assess the global scale of participation, arrive at mutually agreed-upon solutions to conflicts (one such solution, for the Russia-Ukraine conflict, is outlined and analyzed in the following text), agree on the recipients of these proposals, as well as coordinate simultaneous global demonstrations and any other joint initiatives to support concrete measures for achieving the other goals of the political-electoral program.

 

Proposed Solution for the Russia/Ukraine Conflict:

Conflicting interests include territorial claims (related to valuable areas such as seas, ports, nuclear plants, agricultural and mineral wealth), contrasting cultural and national identities, extensive military forces stationed along borders, and Russia’s unfortunate attempt to resolve the issue through occupation. Numerous other countries are involved in the conflict for security reasons, interests, or geopolitical opportunities.

 

Determining a proposal capable of untangling this extensive web of conflict is only possible by shifting from a culture of conflict to one of cooperation, in order to achieve a general situation where, alongside the elimination of wars, threats, aggression, and fear, security is certain and stable for all; economic interests in the affected sectors find protection and significantly improved satisfaction, and predominant cultural and national identities find adequate consideration and resolution.

 

This cultural change is, first of all, the only evolution capable of unraveling this damaging global conflict, and it also becomes the essential foundation—both culturally and financially—for starting all the other innovations required to achieve that BETTER WORLD WE DESIRE in all its previously described essential aspects.

 

Therefore, the proposal must first and foremost envisage a ceasefire; with the UN entrusted with the task of effectively freezing the respective military conditions and actions. Subsequently, all States should be convened at the UN to seek and define a general agreement. An agreement that would first and foremost eliminate, on a global military level, occupations, fears, and threats of attacks, and even the very possibility of promoting a war.

 

Then, an agreement should be reached to dissolve both NATO and any other existing military enhancement agreements, even if declared to be purely defensive; with the understanding that only a supranational entity—the UN?—would have ownership and control of both nuclear and conventional weapons and ammunition, for any future need arising from the use of military force in the interest of the entire community. Consequently, it is understood that each individual state would not possess nuclear weapons and would maintain a military force solely for internal public order and for possible participation in actions at the request of the supranational entity. . Moreover, every State would retain the right to scientific and technological research in the military field, but on behalf of and under the supervision of the supranational entity.

 

As for borders, an agreement would initially restore Crimea and separatist southern regions within Ukraine’s boundaries while granting these areas specific administrative autonomy and advantageous conditions for neighboring countries in maritime rights and agricultural, energy, and mineral resources.

In terms of cultural and national interests, the agreement would provide for minority rights, bilingualism, and, after 3 or 4 years, allow Crimea and the southern regions to decide, via a UN-supervised referendum, whether to remain within Ukraine with these privileges, assume full sovereignty, or join Russia; in the latter case, all the preferential treatments already provided for their territories would be transferred to Ukraine.

 

The benefits for all States of such an agreement are immediately apparent: cooperation, stable security, and the immediate availability of the immense sums diverted from the financing of wars and armaments would relaunch economies, foster true globalization, and provide for services that have thus far been sacrificed. Moreover, the triumph of cooperation over conflict and of sociality over competitive individualism would finally allow for the financial and cultural resources to assign to supranational entities all sectors of the better world that require management at such a level, with the task of dictating and controlling the lines and goals to be pursued, with implementing measures that take into account local needs and peculiarities while simultaneously always responding to the higher interest of the common good.

 

In conclusion, today it is up to civil society to take the initiative; therefore, individuals, associations, and entities motivated toward the same vision and supporting the above program should come forward, engage in dialogue on the proposal, and address organizational needs that support the program’s progression.

 

Roma, 01.11.2024

Vincenzo Vanda

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