Rifugiati o clandestini?

Moderatore: vincenzo vanda

Rifugiati o clandestini?

Messaggioda vincenzo vanda » 06/04/2011, 13:08

La distinzione tra rifugiati e clandestini, introdotta per giustificare la decisione di respingere nei paesi di provenienza i migranti classificati come clandestini e quindi la maggior parte del flusso in arrivo è, intanto, difficile da attuare; infatti nel caos dei continui sbarchi è ben difficile fare l’accertamento, con criteri oggettivi, per persone che arrivano stremate, affamate, prive di documenti e pronte a sostenere qualunque cosa pur di evitare che vengano rimandate indietro. Inoltre, i paesi di origine anche se promettono controlli sulle partenze e accettazione dei respinti ben poco in realtà vorranno e potranno fare.
Ma l’aspetto più grave del programma sta nel volere ignorare che il fenomeno delle immigrazioni, anche se accentuato dalle rivolte in corso, in realtà è sempre lo stesso: trattasi di disperati disposti ad affrontare il rischio di morire in mare pur di fuggire da condizioni insostenibili di fame, di degrado e di umiliazione. Realtà che non consente distinzioni e che meriterebbe risposta di accoglimento; non solo per spirito di umanità ma anche perché dovremmo ricordare di essere stati accolti quando ne abbiamo avuto bisogno e dovremmo riconoscere che le condizioni di quella gente conseguono anche al nostro colonialismo, applicato prima con le armi e dopo col potere economico, e persistono anche per il sostegno che abbiamo dato, in nome della “stabilità” e di rapporti privilegiati, ai tanti dittatori, succeduti nello sfruttamento diretto.
Dunque, la giusta risposta al fenomeno, che con paragone infelice è stato definito come “tsunami umano”, dovrebbe consistere nel dare accoglimento, pretendere che questo venga ripartito equamente in tutto l’ambito europeo, assicurare ad ogni persona immigrata condizioni che restituiscano dignità, anche attraverso l’inserimento negli spazi del lavoro e della produzione, rendere possibile un futuro ritorno alla propria terra, certamente desiderato da tutti gli immigrati, aiutando i loro paesi a liberarsi dei dittatori e a stabilire condizioni di libertà, di democrazia , di sufficiente produzione di beni, di giustizia sociale.
vincenzo vanda
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