Roma, 01.04.2022
All’Ambasciatore in Italia della Federazione Russa e all’Ambasciatore dell’Ucraina in Italia
ANCORA UN SUGGERIMENTO DI POSSIBILE ACCORDO.
Entrambe le parti in conflitto armato dichiarano il temporaneo cessate il fuoco; durante il quale le due forze militari devono rimanere nelle posizioni e condizioni in cui si trovano. Sono consentite le operazioni per i cittadini (circolazione, trasporti verso altri Paesi, rifornimenti, assistenza sanitaria) e i controlli, ed eventuali interventi necessari, sugli impianti che possono aver subito danni e le cui emanazioni (radiazioni, gas, altro) siano pericolose per la salute.
L’ONU invia suo personale per controllare il rispetto delle condizioni.
Le due parti chiedono che venga fissato l’incontro presso l’ONU (o altra località terza) e che, in ragione degli interessi coinvolti, oltre i rappresentanti dell’Ucraina e della Federazione Russa partecipino anche i rappresentanti di tutti i Paesi confinanti con l’Ucraina, dell’Europa, degli Stati Uniti, della Cina, della Turchia e di ogni altro Stato che faccia parte della NATO. Rappresentanti del massimo livello, con poteri di piena rappresentanza.
Le due parti anticipano a tutti i convocati che il loro intento è di approfittare della soluzione del loro conflitto per innovare, in modo radicale, per il futuro, l’uso delle armi; infatti, invece di affidare il non uso delle armi al rispetto di accordi, che sono suscettibili di violazione e/o di disapplicazione per soggettive interpretazioni di nuove situazioni intervenute, si vogliono creare tutte le condizioni perché, oggettivamente, sia impossibile usare le armi quale strumento di confronto e di soluzione dei contrasti. Condizione che si otterrà riducendone il possesso, nei singoli Stati, a quantità e qualità prive della capacità offensiva necessaria. Sorgerà così una nuova condizione generale di sicurezza che consentirà, oltre gli enormi risparmi da dedicare ad altro, lo sviluppo di rapporti internazionali caratterizzati da fiducia e cooperazione. Rapporti che comporteranno anche la ripresa di una equilibrata globalizzazione, sviluppo economico e possibilità di dedicare nuove disponibilità finanziarie e dedizione globale alla soluzione delle tante emergenze e disuguaglianze che sono i veri problemi dell’intera Umanità.
L’accordo, funzionale a tali mete, che le parti propongono a tutti i convocati è il seguente:
1) tutti gli Stati ritirano rapidamente nel proprio territorio i militari e le armi che hanno portato in Ucraina o che hanno già collocato in uno o più degli Stati convocati; compresi quelli attualmente a disposizione della NATO;
2) ogni Stato dichiara di mettere a disposizione dell’ONU tutto il proprio sistema militare. Di conseguenza si estinguono la NATO e ogni altro accordo simile esistente e anche l’Europa abbandona il programma per una propria grande difesa militare;
3) l’ONU specifica in termini dettagliati la consistenza dei militari e delle armi che ciascuno Stato può mantenere; sia per esigenze interne (essenzialmente di ordine pubblico, difesa da attacchi cibernetici, ricerca) che per concorrere ad eventuali esigenze esterne, a richiesta dell’ONU; l’Europa può optare per un proprio esercito, in sostituzione di eserciti negli Stati che la compongono, ma in tal caso dovrà comunque disporre di forze militari non idonee alla promozione di guerre;
4) l’ONU provvede ad assumere la diretta disponibilità degli armamenti, specificando, sia per il personale che per le armi, quali da eliminare e quali da ricevere, con consegna fisica o attraverso il controllo dei sistemi di attivazione. Inoltre indica i luoghi destinati agli armamenti e, quanto alla loro gestione e al personale utilizza quanto esistente o provvede con nuove sue nomine;
5) in particolare, l’ONU indica se e quali delle armi atomiche mantiene nella propria disponibilità; mentre dispone che tutte le altre, di qualunque tipo e funzione, siano demolite, con divieto assoluto, per tutti, di nuova azione creativa. Allo stesso modo, l’Onu dispone che tutti i depositi, gli esperimenti e la ricerca, relativi ad armi di altra natura, quali gas, veleni ed altri comunque diversi da quelli convenzionali, vengano eliminati e definitivamente proibiti;
6) in ordine a tutte le decisioni sugli armamenti, che in sostanza ne cedono all’ONU la piena sovranità, per titolarità gestione ed eventuali usi, i cinque Stati vincitori della seconda guerra mondiale rinunciano, per l’odierna decisione e per il futuro, al diritto di veto;
7) l’Ucraina riacquista la piena titolarità dei suoi precedenti confini, e quindi anche la sovranità sui territori relativi alla Crimea e alle due repubbliche di Donetsk e Lugansk; pertanto la Confederazione Russa rinuncia alla annessione della Crimea e le due repubbliche ritornano ad essere solo regioni del Donbass;
l’Ucraina riconosce, sia alla Crimea che all’intero territorio del Donbass, particolare autonomia amministrativa e la qualità di zona franca. Trascorsi cinque anni dall’attuazione del presente accordo la Crimea e le due suddette regioni potranno disporre un referendum, gestito sotto il controllo dell’ONU, per dichiarare la loro totale autonomia, nella forma costituzionale che riterranno opportuna e con l’unica condizione di riconoscere particolari condizioni di favore all’Ucraina per l’accesso al mare e per la fruizione delle produzioni agricole, delle miniere e delle centrali energetiche;
9) tutte le sanzioni, economiche e finanziarie, imposte alla Federazione Russa sono eliminate;
10) l’Ucraina rinuncia a richiedere il risarcimento per i danni subiti a seguito dell’invasione russa. La sua ricostruzione, di tutti gli edifici pubblici e privati, sarà a carico per 1/3 della Russia e per 2/3 di Stati Uniti, Europa e Cina. Eventuali difficoltà finanziarie per tale compito saranno risolte con prestiti internazionali a tassi minimi degli interessi;
11) tutti gli Stati del Pianeta si attivano per utilizzare le nuove disponibilità finanziarie, l’eliminazione dell’esigenza di rincorrere la supremazia militare e la
conseguente limitazione al settore economico delle sfide e dei confronti, per riattivare i vantaggi della globalizzazione, lo sviluppo economico e la soluzione delle emergenze climatiche, ambientali e sociali. Ma l’Umanità intera deve rilevare che a seguito dell’attuazione di questo accordo, non solo rimane risolto il conflitto armato Russia/Ucraina, ma gli interessi individuali e i conseguenti conflitti economici non potranno più trovare soluzione con le armi, pertanto è bene che vengano evitati attraverso l’impostazione di rapporti attenti alla cooperazione per il bene comune. Per l’inevitabile ipotesi che l’individualismo tenti di prevalere e crei ingiustizia e disuguaglianza, sarà necessario che, come per le armi, anche per i conflitti economici finanziari e monetari si vada oltre al sistema di accordi e di enti privi dei poteri occorrenti, tra l’altro non riconosciuti da tutti gli Stati, e si ceda ad un ente (ancora l’ONU?) la sovranità per controllare che gli interessi individuali trovino realizzazione attraverso la cooperazione e nei limiti e nell’ambito del superiore interesse del bene comune, e in tale senso disponga le soluzioni dei conflitti.
Insomma, la soluzione del conflitto Russa/Ucraina sia l’occasione di un primo passo della comunità internazionale, e la premessa di suoi passi successivi, verso quella cessione di sovranità che si rende necessaria per la gestione di tutte le emergenze che impegnano l’intera collettività umana, tra le quali, oltre quelle relative allo stato dell’ambiente naturale e sociale, indubbiamente c’è anche l’inevitabile conflittualità determinata da esigenze individuali e anche da individuali aspirazioni di dominio.
Vincenzo Vanda
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